La derattizzazione ecologica è quella che ha un impatto meno diretto sull’ambiente nell’ambito del quale s’intende intervenire. Questo sistema parte dal presupposto che il topo sia un essere straordinariamente astuto e che per combatterlo sia necessario fare il possibile per confondere il suo istinto naturale. Quelle impiegate nella derattizzazione ecologica sono pertanto delle trappole intelligenti che, pur non andando ad incidere sull’ecosistema, permettono la cattura dei roditori in modo semplice e rapido.
Questo tipo di derattizzazione è consigliata nel caso in cui non sia possibile utilizzare delle esche rodenticida o dei prodotti chimici. Si avvale di quelle che vengono chiamate in gergo postazioni ecologiche, vale a dire delle trappole che hanno una funzione adescante. Il vantaggio della derattizzazione ecologica è che l’adescamento avviene solo ed esclusivamente tramite sostanze naturali: si usano per lo più semi di girasole, pinoli e grasso di maiale, sostanze che hanno il doppio vantaggio di non disturbare in alcun modo la catena alimentare e di non contaminare l’ambiente in cui viene effettuato l’intervento di derattizzazione.
Va da sé, pertanto, che la scelta tra sistema ecologico e sistema meccanico debba essere effettuata sulla base del tipo di contesto in cui si andrà ad operare ma, soprattutto, in considerazione dell’impatto ambientale che i rimedi antiroditori generano in maniera inevitabile. Quel che è certo è che, con dei sistemi così sofisticati e tecnologicamente avanzati, non è assolutamente il caso di optare per i rimedi classici e troppo invasivi, non fosse altro per evitare che peggiorino ulteriormente le già precarie condizioni igienico-sanitarie in cui versa un ambiente che è stato invaso dai topi.